ALTERAZIONI DELLA FASE DEGLUTITORIA

Gli studi cineradiografici e manometrici hanno dimostrato che le alterazioni responsabili della disfagia nella MP sono molteplici e non esiste un’alterazione tipica [3, 19, 22]. L'origine multifattoriale del disturbo e la compromissione di meccanismi non valutabili con il solo esame clinico del paziente, rende indispensabili, per indirizzare la terapia (Trattamento Disfagia):
un accurato esame radiologico dinamico della deglutizione con registrazione su videotape e/o una pH-manometria esofagea.

Videofluoroscopia

Mediante videofluoroscopia è possibile studiare le alterazioni delle varie fasi della deglutizione.
A livello orale si possono osservare tremori oppure movimenti ripetitivi e spesso inefficaci della lingua, deglutizione frazionata, caduta del bolo, particolarmente se liquido, all’esterno della rima labiale, difficoltà nella gestione e preparazione orale del bolo,  esitazione nella spinta del pistone linguale posteriormente che ritarda l'avvio della deglutizione [9].

Quando il bolo arriva nel faringe, si può riscontrare un ritardo nella partenza del riflesso faringeo oppure una mancata apertura dello sfintere esofageo superiore. Spesso si osserva un residuo nelle vallecole e nei seni piriformi, seguito da aspirazione silente (non accompagnata dal riflesso della tosse).
Anche la fase esofagea può presentare alterazioni: la peristalsi primaria può essere inefficiente e spesso si riscontrano contrazioni terziarie. E' stata proposta [39] una scala di valutazione della disfagia nei pazienti con Parkinson. Essa è basata sui sintomi del paziente, sulle osservazioni di coloro che gli prestano assistenza e sui risultati della videofluoroscopia.

Manometria Esofagea

La manometria dell’esofago permette di rilevare le alterazioni dello sfintere esofageo superiore e della coordinazione peristaltica evidenziando talvolta quadri simil-acalasici. L’interessamento dell’esofago sia nella porzione striata che in quella con muscolatura liscia, concorda col riscontro in soggetti parkinsoniani di degenerazione del nucleo motore dorsale del vago [20], deplezione periferica di dopamina [19] e presenza di corpi di Lewis nel plesso mioenterico [31].
L’importanza del comportamento dello sfintere esofageo superiore nel determinare il meccanismo della disfagia è comprovato dalla frequenza con la quale si ritrova in questi pazienti il diverticolo di Zenker e il reperto radiologico di incompleta o mancata apertura del muscolo cricofaringeo [14].

La pH-metria esofagea delle 24 ore permette inoltre di svelare un'ampia porzione di pazienti  nei quali i disturbi della deglutizione possono essere causati da un reflusso gastro-esofageo che non si manifesta con i sintomi tipici di pirosi e/o reflusso [12].