INCOMPETENZA LABIALE – SCIALORREA RIFERITA

Il soggetto parkinsoniano spesso lamenta un’eccessiva salivazione  (scialorrea) con più o meno abbondante fuoriuscita di saliva dalle labbra. Questo disturbo in realtà non dipende da una ipersecrezione salivare, bensì dal ristagno di saliva nel cavo orale per la ridotta frequenza e/o alterazioni della deglutizione [3]. La perdita di saliva dalla bocca è infatti più frequente nei pazienti parkinsoniani che presentano disfagia (86% vs 44%) [17]. Con il progredire della malattia spesso il disturbo aumenta di intensità e frequenza, verosimilmente per il deterioramento della funzione deglutitoria, costringendo in alcuni casi il paziente ad avere sempre a portata di mano un fazzoletto. La scialorrea sembra essere di maggior entità quando il paziente cerca di parlare o si flette. Generalmente i farmaci anti Parkinsoniani non sono efficaci su questo disturbo. Tra i rimedi proposti, l'irradiazione delle ghiandole salivari e l'uso di farmaci anticolinergici (benzatropina) per ridurre la secrezione salivare, sono sconsigliabili perché oltre a non apportare reali vantaggi, rendono la saliva più viscosa e la sua deglutizione più difficoltosa. Sono stati proposti come possibili alternative l'uso di mucolitici (bromexina) e il tenere in bocca una gomma da masticare o una caramella che, rendendo gli atti deglutitori volontari invece che riflessi, favorirebbe la deglutizione almeno per un breve periodo di tempo.